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    Martedì, 02 Novembre 2021 07:31

    Etica ed onore

     

    Il mio "lavoro" la mia mission è insegnare, informare, fare soprattutto chiarezza e quindi portare tutti ad un ragionamento comune ed una maggiore consapevolezza su quello che siamo ma soprattutto sulle nostre azioni che portano sempre a conseguenze. Quello che scrivo non è per i "capetti" delle varie organizzazioni, pseudo-federazioni, asdfed ed enti di promozione che mercificano diplomi, per il semplice fatto che siete consapevoli di quello che fate e non per nobili motivi! Molti accettano questo sistema parallelo per convenienza, la chiamano "opportunità" magari mascherata da una cintura di cartone, una selezione infinita per combattere chissà dove e chissà per chi oppure per cosa, anche se alla fine chi ci guadagna è sempre e solo una persona che magari ha il mio stesso grado ma insegna K1/kick. Tempo fa scrissi un bel post sull'etica dei Thai Boxers, sulle sue regole che nessuno conosce (che poi tutte le Arti Marziali hanno), regole che tutta la società civile e democratica ha, ma ora voglio andare oltre perchè credo sia una questione di coscienza personale di visione, di cultura, perchè se ognuno di noi si comportasse correttamente ed onestamente, dando anche il minimo per la collettività, non ci sarebbe bisogno di regole. Personalmente mi piace rileggerle spesso queste regole, perchè mi ricordano quello che stiamo facendo e soprattutto chi siamo....

     

    1- Rendersi di pubblica utilità.

    Ho molte qualifiche fra le quali gestioni delle emergenze e nello specifico ricerche ad alto rischio e recupero nei vari ambienti, io ed il mio staff lavoriamo da decenni nella Difesa Donna e Bullismo oltre che nella formazione di professionisti in campo militare/ forze dell'ordine

     

    2 - Essere gentili con tutti. ovunque possibile

    Da sempre e questo paga! Purtroppo non nel nostro ambiente dove le leadership ne fanno un feudo personale con conseguenze negative al movimento di cui poco alla volta scrivo.

     

    3 - Non essere violenti nei pensieri , nelle parole nelle azioni.

    "No power" cit

    Il tatami, il ring, la gabbia, sono luoghi di allenamento controllato per una crescita fisica, intellettuale, di preparazione lenta e progressiva nel tempo condividendo e rispettando tutti.

     

    4 - Essere fedeli a se stessi e agli altri.

    Lo dico da sempre "avere rispetto per se stessi", partiamo da qua! Ho sempre mantenuto la parola data con tutti purtroppo molti non fanno lo stesso e basta vedere i fatti per rendersene conto. Noi abbiamo sempre dato piena disponibilità ma l'esperienza ci insegna che a parole sono tutti bravi, con addirittura il presidente di una delle più grande organizzazioni che di fronte a mia figlia mi prometteva di tutto mentendo....uno dei tanti, in Lombardia ne abbiamo molti ma anche in tutt'Italia ma poi la federazione ufficiale/#coni #Malagò insegnano.

     

    5 - Essere perseveranti.

    Dal 1986 porto avanti il progetto Muay Thai fra mille difficoltà e senza il famoso "gioco del trenino" che lascio agli altri! il mio obiettivo è sempre lo stesso.

     

    6 - Essere disposti a sacrificarsi per il bene del proprio paese, se necessario.

    Molti confondono questo passaggio con una lotta sfrenata politica, magari di estrema destra!

    La Muay non deve essere identificata con NESSUNA fazione politica, tutto lo sport aggiungo perchè lo sport è sport.

    Scrivo da grado più alto e come rappresentante ufficiale dell'Università che è autorità nazionale in Tailandia e nel mondo: non è la nostra mission fare proselitismi e indottrinare soprattutto all'odio, rischierei il grado andando verso questa "via" sbagliata, in Tailandia è l'esatto opposto che porta verso l'amore per la patria in modo disinteressato e comunitario per il bene di tutti, aiutando la collettività ed esaltando il concetto di "sacrificio" che non è immolazione!

     

    7 - Avere una forte volontà ed essere risoluto.

    Il mio CV parla, tutti gli altri coltivano il proprio orticello ma va bene così perchè alla fine io sono in grado di fare anche il "lavoro sporco, e bene, gli altri si affidano a youtube, l'improvvisazione, coach importati e staff affollati per formare atleti di classe N...senza nulla togliere all'atleta

     

    8 - Mantenere un'elevata morale

    Spettacolo, questo mi piace perchè non è altro che il famoso "essere ricattabile" che cito ogni volta perchè tutti avete scheletri nell'armadio sia a livello politico, sportivo, personale.

     

    9 - Prendersi cura del nome della propria scuola.

    FIMT (Federazione Italiana Muay Thai fondata dal sottoscritto nel 1991 non da #carlot) è organo istituzionale di formazione dal 1986, da non confondere con chi usa il logo illegalmente, Tiger Boxing Camp nata nel 1983 (la prima ad utilizzare il simbolo della della Tigre) primo team di Muay Thai in occidente ad ora ancora il più titolato, MTSCE l'elitè dell'elitè ed autorità in Thailandia, veri professionisti di settore.

     

    10 - Allenarsi regolarmente.

    Aggiungo sempre, con onestà e senza chimica!

     

    11 - Non approfittare dei propri avversari violando le norme

    Se fate un'analisi etica delle regole applicate al "sistema italiano" di cui parlo sempre, capirete che non è inteso solo come combattimento, perchè alla fine sono tutti uguali e per dare conferma a ciò fate caso, i capetti delle varie organizzazioni sono sempre gli stessi come le personalizzazioni del regolamento Muay.

     

    12 - Mostrare rispetto per le regole.

    Signori per 20 euro di ricevuta, non mi macchio una carriera unica e con questo dico tutto. Qua parlo per me e indirettamente con chi ho avuto modo di conoscere lavorandoci, "sistemi malati" ed incancreniti dal solito "vizio italiano" che non ci appartiene, noi siamo così. 

     

    Training in Thailandia! Chi viene con noi? Perchè non solo condividiamo, ma è un mettersi in gioco e confrontarsi con i miei colleghi (Gotha della Muay Thai in Thailandia...) ed il mio team di campioni thailandesi, per poter finalmente dire..."sono un Thai Boxer"...

    Pubblicato in In Evidenza

    Assistiamo in questi giorni ad una euforia effimera sul piccolo passo del K1 olimpico verso le olimpiadi.

    Si non ho sbagliato a scrivere...perchè chiamare Muay Thai ciò che è stata considerata disciplina olimpica è un insulto verso chi questa Arte Marziale l'ha studiata, pratica e soprattutto verso la Thailandia, perchè di Thai ciò che viene "venduto" non ha niente.

    Ne sono comunque felicissimo perché questo passaggio determina in modo definitivo lo spartiacque tra i veri amanti e cultori di questa antichissima arte marziale siamese e tutto il resto.

    Un resto che purtroppo è composto da chi vorrebbe, ma per limiti personali non può, da chi rincorre nuovi titoli fake, da chi si sente " figo" a definirsi Thai Boxers per poi praticare del K1, da chi indossa la divisa da thai boxer, in alcuni casi persino da muay boran, per atteggiarsi a guerriero per poi giocare a "ce l'hai"....

    Insomma neanche le ricerche più banali nel web aiutano questa categoria di personaggi che consapevolmente oppure no, scelgono la via più facile.

    Certo è che se già a partire dal tronco abbiamo una pianta malata non si può pretendere che i rami siano sani.

    Di tutta questa euforia, per una "promozione" che con tutta probabilità si tradurrà nel non vedere questa disciplina olimpica nè nel 2024 a Parigi e tantomeno nel 2028, forse quando i Giochi si terranno in Thailandia....per poi ritornare nell'oblio, la cosa che lascia sconcertati è non valutare come questa "promozione" è avvenuta, ovvero in modo totalmente antisportivo e contrario ad ogni principio etico ed "olimpico".

    Condotta da un "presidente" che non conosce la storia della Muay Thai, che ha utilizzato in modo illegale un marchio ed uno storico non suo (il nostro per intenderci), che si è presentato al mondo come federazione ufficiale di Muay Thai senza esserlo con la compiacenza di un Coni solo a parole organo di tutela sportiva. 

    Non ci stancheremo mai di rimarcare e ricordare queste cose. 

    Da un lato abbiamo la forma dall'altra la sostanza.

    E basta poco per essere come noi, noi che considero un'élite: seguire il regolamento Thai, seguire le sue regole scritte, prendere come esempio il ministero dello sport Thai oppure l'università che noi rappresentiamo, e molto altro che, come sempre, saremo lieti di spiegare a chiunque voglia confrontarsi...

    Un consiglio però ci sentiamo di darlo, informatevi sempre.

    Noi come movimento andiamo spediti con ottimismo perché noi abbiamo la Muay nel cuore dal 1986.

     
     
     
     
    Pubblicato in In Evidenza
    Venerdì, 30 Settembre 2016 16:34

    Muay Thai 2016: la svolta

    Siamo pronti e finalmente il progetto di una Muay Thai vera, originale, marziale, a cui non manca nulla e certificata al 100% si appresta a partire!

    Di cosa stiamo parlando? Dopo anni di preparazione, collaborazioni ed incontri per far capire il progetto, con la recente convention di settembre a Milano della BTF (Born to Fight) è stato presentato il futuro della Muay Thai a livello nazionale e mondiale!

    Tu che fai Muay Thai sai di cosa stiamo parlando? Tu che sei istruttore, magari Maestro sai veramente cos'è la Muay Thai e che requisiti bisogna veramente avere per poterla insegnare, oltre che praticare?

    Abbiamo scritto chilometri di parole e ripeterle significa che il messaggio è arrivato ma non recepito del tutto ed allora chiedo: Tu che pratichi ed insegni lo sai che la Muay Thai rappresenta un Popolo, una Nazione? Sei fermamente convinto che un pugno, un calcio, una gomitata magari un clinch che sembra un ballo lento rappresenti i Thailandesi?

    “Muay Thai full rules /K1” che rappresentano un popolo? Dai, non scherziamo e non prendiamo in giro questa Nazione che ci ha veramente dato tanto. La Muay Thai è un’Arte Marziale complessa ed antichissima e la parte sportiva una sintesi della parte ancestrale da cui si sviluppano le tecniche di combattimento. Punto.

    Ora chiedo l’attenzione di tutti, anche di quelli che “ci odiano”, perché stiamo reindirizzando la storia sulla giusta via, controvertendo quel messaggio sbagliato che ad ora ha portato ad un'involuzione di questa nobile arte!

    In seno alle più grandi organizzazioni nazionali ed internazionali, a chi sovraintende la Muay Thai in Thailandia e alla più grande realtà, sempre su suolo siamese, abbiamo fondato in Italia questo Istituto di alta formazione pari a quello universitario thailandese proprio per riorganizzare, formare, parificare e certificare legalmente tutti anche a livello internazionale, nessuno escluso!

    Quindi se conosci solo una piccola parte sportiva puoi comunque riprendere in mano la tua passione e recuperare ciò che non ti hanno insegnato o che non hai avuto modo di imparare, per poter rappresentare in modo degno e con orgoglio la Thailandia. Un programma formativo che può essere seguito in Italia e, per chi volesse in Thailandia, dove abbiamo possibilità di fare lo stesso percorso.

    A chi può avere dei dubbi o delle resistenze, consigliamo di partecipare a tutti i nostri circuiti agonistici nazionali, europei ed in Thailandia! e alle MasterClass.

    Se pratichi Muay Thai non puoi perseguire la vecchia politica italiana da lottatore ibrido di “Muay Thai full rules /K1” (che nella realtà non è né l’una né l’altra)...Mettiti in gioco e scegli la cosa giusta!

    Per informazioni: elenabrivio@hotmail.com

    Pubblicato in Eventi

    La storia insegna, ma l’uomo non impara.

    Ci sono dei momenti in cui mi fermo e penso a quello che avrei potuto essere ora se tante circostanze non fossero intervenute nel passato; circostanze anche spiacevoli ma che hanno contribuito alla mia storia personale e che senza di esse sarei uno dei "tanti", con un lavoro forse mediocre, forse una famiglia mediocre, poche soddisfazioni personali, niente da raccontare...insomma una vita piatta che, vista dalla mia prospettiva sembra impensabile ma rispettabilissima, vista da quella di molti altri normale e soddisfacente.

    Si potrebbero aprire mille parentesi su quello che si poteva fare e non fare, dire oppure stare zitti una cosa è certa, noi siamo artefici del nostro destino, noi decidiamo.....se vogliamo e ne siamo coscienti, e quindi padroni della nostra vita possiamo essere ciò che vogliamo.

    Ovvio è una congiunzione di casualità, educazione, formazione, sani stimoli famigliari, l'aspetto socioculturale, tante cose che determinano ed indicano "via" ed aiutano a crescere.....e poi l'obiettivo che stimola ed è il sale di tutto quello che verrà!

    Essere protagonisti della propria vita  credo sia un dono che inconsciamente ci viene dato e sta solo a noi riconoscere e sviluppare, portando a termine questa missione che poi è la vita stessa.

    Partendo da ciò ad una persona poi può essere attribuito il ruolo ulteriore di Leader, Boss, Presidente, Guida, Maestro....la chiave di volta è tutta qui: tra chi è solo il “Titolo” ed in cui il Titolo viene prima della Persona, e chi invece ha qualità morali per cui quel Titolo è una dote, in cui la Persona rispecchia i tanti valori coltivati negli anni e, forgiata dalle innumerevoli prove a cui siamo sottoposti, ha in sé il  Titolo. 

    La storia, non solo la mia personale, mi è sempre piaciuta anche sotto questo punto di vista, dove abbiamo dei grandi e nobili esempi di persone che hanno segnato il passato, quello vero, dell'umanità. Quello che prendo di buono sono le loro gesta, magari anche crudeli, ma che rivisitate alla luce dei nostri giorni ti fanno capire se il tuo comportamento, quello che fai, il tuo credo va nella giusta direzione.

    Ma soprattutto ti fa capire che ora, sono veramente poche le persone che hanno doti e qualità tali da rispecchiare la figura di una guida, di un leader.

    Alessandro Magno, Scipione, Giulio Cesare, Napoleone e più recentemente l’ammiraglio Nelson, Rommel, fino ad arrivare a Luigi Durand de la Penne e con lui il suo fantastico team.

    Si parte da lontano, e vorrei fare notare che dopo la seconda guerra mondiale quasi nessuno ha potuto vantare certe doti…certo, magari si autocelebrano definendosi "capi", magari eletti "presidenti", oppure dandosi gradi ed atteggiandosi da esperti e grandi maestri ma avevano bene in mente le caratteristiche che doveva, deve, avere un leader. Ora le odierne “figure” possono dire lo stesso?

    Guardando alla storia e confrontandola con la loro persona e la loro vita riescono con onestà a vivere questa responsabilità che li vede non solo dare direttive, ma li dovrebbe vedere dare l'esempio anche sacrificandosi....?

    La storia recente nel mondo delle ARTI MARZIALI e sport da ring li smentisce e mi spiace perché se veramente avessero una piccola parte di questo storico, di questa vita, di questo DNA... se veramente fossero...ad esempio...saliti sul ring onestamente, avrebbe fatto la differenza, come avrebbe fatto la differenza semplicemente l'onestà di riconoscere che sono le persone sbagliate magari al posto giusto.

    La storia recente è, ahimè, fatta anche da chi comunque li segue credendo in loro, nel bene e nel male.....Ecco il vero dramma, questo!

    Chi se ne importa, ad un certo punto, se uno vuole essere il capo di tutto oppure essere il più certificato se poi quello che possiede di materiale non corrisponde alla più banale, ma veritiera, delle regole di vita.....essere se stessi!

    Quando noi ci promuoviamo come professionisti del settore cerchiamo sempre di confrontarci perché proprio li si vede la differenza; questo dovrebbe essere di esempio per tutti quelli che inseguono un sogno, l'obiettivo, una via e spesso purtroppo incappano in questi piccoli uomini che mentendo, danno un esempio sbagliato che ha importanti ricadute su tutti quelli che credono in loro.

    Noi non abbiamo l'arroganza di dire che siamo i migliori, ci mancherebbe, però è arrivato il momento che voi tutti apriate gli occhi e che nel vostro piccolo iniziate a prendere coscienza del fatto che magari qualcuno vi sta usando per i suoi interessi, i suoi scopi e i suoi poco nobili obiettivi.

    Qualcuno potrebbe confondere certi atteggiamenti e segnali per veridicità oppure buone azioni, ed allora che fare? Informatevi!

    Provate e riprovate perché va bene l'entusiasmo ma, se devo stare bene questo benessere deve corrispondere al 100% e devo avere delle risposte.

    Ad esempio, se la mia “via” è quella di diventare istruttore di K1, sicuramente mi affiderò a quel Maestro e quell'organizzazione che rispecchia veramente i valori del K1 (che io andrò a cercare informandomi a monte) e non accontentandomi solo di un pezzo di carta che certifica e giustifica la mia "nomina" a capo, istruttore , maestro magari.....

    Se il mio obiettivo sono le competizioni ed arrivare ad essere un atleta Pro, ancora più facile perc sono pochi quelli che possono vantare un passato anche sportivo ed allora mi domanderò....quanti anni mi serviranno e quanti match per passare da dilettante a Pro? Cosa si studia? Che sacrifici dovrò affrontare? Chi mi accompagnerà durante tutto il percorso?

    Ovvio direte voi....peccato che nell'anomala Italia ci troviamo con degli atleti Pro che hanno alle spalle 15 match e neanche due anni di anzianità e magari hanno già vinto uno dei tanti mondialini con il risultato che quando iniziano a misurarsi seriamente con altre realtà scoprono che è veramente dura ma, visto che sono stati forgiati e guidati da altri “guerrieri” come loro l’epilogo classico sarà sempre “è vero, hanno perso MA il loro avversario è andato via zoppicando....hanno perso PER colpa del regolamento….hanno perso MA loro hanno vinto moralmente.”

    Avete perso e basta, punto!

    Quando un mio atleta perde è un momento molto delicato, di silenzio prima, di analisi motivazionale poi.....qua in Italia invece ormai chi perde è come se avesse vinto, sempre!

    Esempi sbagliati, filosofia sbagliata, gente sbagliata ma noi ci crediamo, ci crediamo veramente e allora per persone come il sottoscritto salito per primo su un ring in Thailandia, che primo faceva il punto e poi saltava da 4.000 metri oppure apriva la pista nei freeride sulle montagne di mezzo mondo piuttosto che chiedere ai propri uomini di seguirlo in "cose" più da guerrieri, è la normalità andare avanti dando esempio anche a costo di costante sacrificio....

    Quindi chiedetevi, anzi chiedete ai vostri Maestri, Capi, Boss, Presidenti.....”cos'hai fatto nella tua vita per poter giustificare il tuo titolo?”.

      

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